leksandr Galič
leksandr Galič
ЛЕГЕНДА О ТАБАКЕ
«Из дома вышел человек
С верёвкой и мешком
И в дальний путь, и в дальний путь,
Отправился пешком,
Он шёл, и всё глядел вперёд,
И всёглядел вперёд,
Не спал, не пил,
Не спал, не пил,
Не спал, не пил, не ел,
И вот однажды, по утру,
Вошёл он в тёмный лес,
И с той поры, и с той поры,
И с той поры исчез...»
Лил жуткий дождь,
LEGGENDA DEL TABACCO
Dedicata alla memoria di un uomo straordinario, Aleksandr Ivanovič Juvačëv, che si era inventato uno strano pseudonimo – Daniil Charms, che scriveva bellissime poesie e prose, che andava in giro con un berretto da automobilista e con l’immancabile pipa tra i denti, che per davvero sparì, uscì in strada e sparì. Tra i suoi scritti c’è questa canzoncina profetica:
«Un uomo uscì di casa
Con cordicella e saccoccia
E per un lungo viaggio, e per lungo viaggio,
S’incamminò,
Camminava, e guardava sempre avanti,
E guardava avanti sempre,
Non dormiva, non beveva,
Non dormiva, non beveva,
Non dormiva, non beveva, non mangiava,
Finché una volta, era mattino,
Entrò in una selva oscura,
E da allora, e da allora,
E da allora sparì...»
Veniva giù una pioggia spaventosa,
Cadeva una neve terrificante,
Instupidiva del tutto il ventesimo secolo,
Strillava una gatta nella grondaia,
E ululavano cento cani.
E, alzatosi dal letto, un uomo
Vide la gatta nella grondaia,
Sbadigliò, e disse a se stesso –
Sta finendo il tabacco!
Il tabacco sta finendo – che disgrazia,
Vado a comprare il tabacco,
Ed ecco... Ma che sciocchezza,
E andò tutto in modo sbagliato.
Un uomo uscí di casa
Con cordicella e saccoccia
E per un lungo viaggio,
E per lungo viaggio
S’incamminò...
E subito, trattenuta una risatina,
Domandò a se stesso:
Ma perché mai ha preso la saccoccia?
Risponda, Daniil!
Domanda assennata, niente da obiettare,
Se ne va al diavolo il verso,
Ed è evidente, bisogna finire
Il rimasuglio di tabacco...
E dunque: «una volta, un uomo…
Ta-ta-ta… conl la staffa...
E per un lungo viaggio,
E per un lungo viaggio
S’incamminò.
Camminava, e guardava sempre avanti,
E guardava avanti sempre,
Non dormiva, non beveva,
Non dormiva, non beveva,
Non dormiva, non beveva, non mangiava...
Forse, ricominciare tutto da capo,
E lasciar perdere questo delirio?!
Ma un timbro sul mandato
Ha ormai impresso il procuratore...
Cominceremo così: «cinque leprotti
Decisero di andare a Tver’...».
E bussano alla porta,
E bussano alla porta –
Per ora non a quella porta.
«Giunsero i leprotti alla stazione,
Entrarono i leprotti nel salone,
E il cassiere in persona, ridendo, disse –
– È la prima volta che vedo una lepre!»
Ma questo diavolo di uomo
Con cordicella e saccoccia,
Lui senza permesso per un lungo viaggio
Si è incamminato,
Camminava, e guardava sempre avanti,
E guardava avanti sempre,
Non dormiva, non beveva,
Non dormiva, non beveva,
Non dormiva, non beveva, non mangiava.
Finché una volta, era mattino,
Entrò in una selva oscura,
E da allora, e da allora,
E da allora sparì.
All’aperto – neve, in cucina – fumo,
Tutta la stanza affumicata,
E bussano alla porta,
E bussano alla porta,
Questa volta – alla sua!
A che cosa starà pensando adesso,
Adesso, dopo, sempre,
Mentre la porta è presa a calci
Da una disgrazia di piombo?!
Ma qui si spezza il verso,
La strofa perde la sua dignità,
E non c’è neanche un briciolo di tabacco,
E LÀ – non lo trovi di certo!
E bisogna far passare la poesiola,
Finché stanno a bussare...
E allora, va bene la saccoccia,
E, al diavolo i leprotti,
(E bussano alla porta!)
Nel ventesimo secolo!
(Bussano!)
Come in una selva oscura.
È uscito una volta un uomo
Ed è sparito per sempre!...
Ma segretamente
Tesse come un tempo il suo filo,
Lui è uscito a comprare il tabacco,
Fra poco sarà di ritorno.
Dietro di lui correvano cento cani,
E lui s’arrampicava sui tetti...
Ma come a farlo apposta in città il tabacco
Proprio in quel giorno era sparito,
E lui andò a Petrodvorec,
Poi a piedi a Toržok...
E alla fine indovinò
Perché avesse preso la saccoccia...
Camminò attraverso la luce
E camminò attraverso le tenebre,
Fu in Siberia e in Crimea,
Mentre l’agente ogni giorno alla sua porta
Sta a bussare, come un cretino...
E per molti, molti anni di fila
I vicini in coro gli dicono:
– È uscito cinque minuti fa,
È andato a comprare il tabacco...
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